sabato 11 maggio 2013

Pseudostudio - Una grande soddisfazione, come nasce.


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Ormai è realtà, un progetto che prende vita nonostante numerose difficoltà e spiacevoli incontri/scontri il nostro gruppo è riuscito a creare uno spazio in cui si respirasse a pieni polmoni il fumetto italiano.
Ma dietro questo successo c'è un percorso ben più lungo del periodo in cui abbiamo preso possesso dello spazio, perché l'origine del concetto Pseudostudio risale ad una precedente esperienza di studio, e un'altrettanto pessima esperienza collaborativa.

Pseudostudio - The Origins

Vengo contattato per entrare in uno studio presso ai Navigli, l'intento era quello di uno spazio per lavorare, creare eventi, mostre e collaborare su alcuni progetti in comune.
Si cercavano delle figure professionali creative magari legate al fumetto.
Si sa che i fumettisti sono tendenzialmente lupi solitari, non tutti come dimostra il nostro spazio, io ad esempio provengo dall'Accademia di Belle Arti, quindi il mio concetto di studio non è solo uno spazio in cui lavorare, ma è una fucina creativa dove c'è un continuo interscambio di idee e conoscenze che possa influenzare anche il contesto culturale e sociale di una città.

Il ragazzo che aveva in gestione lo spazio (autodefinitosi successivamente conduttore) mi dice che per vivere lo spazio e contenere i costi occorrevano almeno 10 figure professionali (in seguito si scoprirà che per professionalità io e il "conduttore" avevamo delle idee completamente opposte), quindi chiamo subito Sergio Gerasi, amico ed autore di talento che vive positivamente la sperimentazione. Gerasi, per quanto dubbioso sulla sua resistenza di lavoro in un ambiente con più persone, decide di partecipare all'iniziativa, anche lui interessato come me all'idea di proporre mostre ed eventi culturali.
Per un perfetto spazio di lavoro creativo occorrono almeno due sardi, quindi ho coinvolto immediatamente Luca Usai, che ha portato con se Stefania Fiorillo e Gianfranco Florio, formando quello che sarà poi definito il gruppo dei Disneyani.
Eliana Scozzaro era gia all'interno dello spazio coinvolta dal macabro "conduttore", anche lei interessata al concetto di spazio creativo aperto all'esterno.

Qualcuno di voi forse ricorderà le immagini di quello spazio ai Navigli, in stile loft industriale aveva una notevole metratura, una discreta luce ma aimè non è tutt'oro quel che luccica (anche se non luccicava questo granchè), infatti entusiasta di questa nuova avventura si comincia ad arredare quello che poi diventerà un'accozzaglia di oggetti e arredi, immaginatelo  come un incrocio tra un incubo post-sbronza di Tim Burton e una sede staccata del circo Barnum. Naturalmente il "conduttore" si era guardato bene dal dirci che aveva una visione post apocalittica dello spazio, che diventerà con il tempo un prolungamente della sua casetta, ma andiamo per tappe.

Life in Studio - Before the Pseudostudio.

Nello studio dei Navigli siamo partiti con un discreto numero di partecipanti, Io, Sergio Gerasi, Luca Usai, Stefania Fiorillo, Gianfranco Florio, Eliana Scozzaro, gli altri li nominerò con delle lettere perché il loro nomi non vi rimangano in testa (o forse perché ho deciso di scordarli), quindi dicevamo, c'erano anche, I, A, e naturalmente il "conduttore".
La A è stata la prima ad abbandonare lo studio dei Navigli, un pò per Mobbing di un nuovo elemento M (accompaganto successivamente da un altro elemento il mini M), un pò per carattere, un pò perché forse ha capito prima di noi di trovarsi all'interno di un Circo e non di uno spazio creativo.
All'andata via di A, arriva M pacioso, con una dialettica tra la supercazzola del Mascetti e la parlata del cummenda Zampetti, ci rifila una modestia ed un umiltà che dura il tempo di una scorreggina. Ma come ci viene venduto dal "conduttore" il personaggio M? Qual'è la sua figura professionale in linea con uno spazio creativo? M doveva occuparsi di computer grafica, web design e animazione in 3D, quindi io e tutti gli altri (sani di mente) siamo felici della nuova acquisizione, ma come si sa dopo la scorregina arriva la puzza!
Infatti M, trascina con se il mini M, forse la vera figura professionale che aveva delle attitudini con l'informatica, in realtà lo sgherro servo del grande M (immaginatelo come un gollum), Il grande M come si autodefiniva, in realtà si esaltava per colmare una piccolezza elettiva che ben presto è venuta a galla.
Appena dentro lo studio Naviglio, M decide di portare una scrivania imbarazzante e tre troni rotellati per posare il suo sacro deretano, quello del mini M e naturalmente quello del "conduttore", che usufruirà in tutta la permanenza nello spazio, degli strumenti del grande M, comincia così la nuova attività dello studio creativo, ovvero riparazione PC.
Infatti tutti voi saprete che in un classico studio professionale non può mancare un centro assistenza Pc, voi non lo avete? Che aspettate, è splendido avere tutti i giorni un via vai di persone che quando vi incontrano davanti all'ingresso del vostro studio vi dicono con voce ferma e decisa:
- Scusi si può spostare che devo entrare nel negozio?-.

Insomma con l'entrata di M e mini M, inizia il terribile periodo NERO dello studio Navigli che diventa uno spazio di ritrovo per le serate a basso costo di "conduttore" e company, questi non perdono tempo nel lasciare i resti dei loro bagordi nella cucina e nello spazio, con terribili odori dovuti a fumo e cibo marcio che ogni mattina infestano lo spazio.
L'incubo ormai è realtà, malgrado L'Usai provasse a contenere i danni imbarcandosi nel controllo di bollette e conti, sempre in mano al "conduttore", il quale peggio di Nerone oltre suonare la lira mentre Roma brucia si fuma pure una quintalata di sigarette, peggio di una ciminiera turca.
Ma il "conduttore" non poneva freni al suo irrefrenabile trash-kistch creativo e durante la notte spostava mobili e dipingeva orribili ghirigori per tutto lo studio, la mattina si entrava nello spazio che nemmeno un Tim Burton sotto LSD poteva immaginare.
Ma in questo periodo iniziavano anche i misteri, pennelli scomparsi, pesche sulle scrivanie, lampade che cambiavano postazione, prese elettriche staccate e libri che si spostavano da una libreria all'altra. Sapevamo che due e tre elementi credevano negli Ufo, nei fantasmi, oppure chissà negli accoppiamenti tra UFO e fantasmi (Ufasmi) ma non pensavamo che questo potesse generare fenomeni paranormali da X-file.
In tutto questo periodo si svolgevano numerose riunioni dello studio per stabilire delle regole (tipo pulire la cucina dopo averla usata, non fumare in studio, non far sparire strumenti di lavoro e non modificare spazi) che in realtà tutti gia rispettavano per fare civile ma che il "conduttore" trasgrediva impunemente nella convinzione che chi è creativo debba vivere in un letamaio e farsi i fatti propri, la classica idea adolescenziale dell'artista Bohemien che vive sempre sulla soglia dell'autodistruzione. Molti dimenticano che di quegli artisti Bohemien solo pochi sono sopravissuti e sono diventati famosi gli altri erano poveracci, puzzoni che sono morti tra dissenteria e colera, oltre che di terribili malattie veneree.
Insomma dopo parecchi mesi, circa sei, ci ritrovavamo senza nome, senza inaugurazione, con delle grosse spese per sistemare lo spazio, un negozio di assistenza PC ed un "conduttore" che era credibile come Sbirulino.
La situazione era ormai insostenibile così decidemmo di porre fine a tutto e cambiare strada, cercando di salvare il salvabile...ma grande M e mini M avevano compreso che ormai il loro negozietto PC era un tantino fuori luogo in uno spazio creativo, voi sicuramente date per scontato che fosse naturale comprendere l'impossibilità di convivenza di queste due realtà professionali nello stesso spazio, ma il "conduttore" non  aveva mai capito il motivo di questa riluttanza nell accettare l'assistenza PC (anche perché quasi tutti avevano i MAC).
Nell'ultima riunione si mette a votazione la chiusura definitiva dell'Assistenza, malgrado avessimo provato a trovare degli accordi, ma la frase "ad ognuno il suo mestiere" è di difficile comprensione per chi mestieri non ne sa fare.
Si decide di cercare nuovi membri così contatto Alessandro Mazzetti, conosciuto durante i laboratori di fumetto che si tengono al WOW Museo del Fumetto, il quale entusiasta dell'idea, ma scettico per la distanza dello studio Naviglio rispetto alla zona in cui risiede, decide di unirsi per primo al gruppo, purtroppo gli eventi da li a breve avrebbero cambiato le condizioni di tutto il progetto.
M e mini M non accettano questa decisione e insieme al "conduttore" (carismatico come un chiwawa) formulano la carta delle regole dello Studio che stabilisce norme essenziali di convivenza, del tipo, se marcisce della roba in frigo può buttarla solo il "conduttore" (che tra l'altro era spesso assente dallo studio), che il riscaldamento doveva mantere 18° in pieno inverno ed acceso solo per una determinata fascia di tempo, che si poteva fumare nello studio, che si doveva tener pulita la cucina e che tutte le decisioni venivano proposte dal gruppo ma che la decisione finale doveva arrivare da...indovinate? Bravi, il "conduttore" tutte queste regole per autoeducarsi e disciplinarsi da solo, tanto che tutti i problemi avuti nello studio erano dovuti a lui. Niente era più razionale in quello spazio, come dicevo il periodo NERO dello studio navigli era sempre più NERO. Quando ci si stava avvicinando alla decisione dei nomi per lo studio, molto più vicini ad una fiaba dei fratelli Grimm che ad uno spazio professionale abbiamo deciso di lasciare M, mini M, il conduttore ed I al loro infausto destino e costruire invece uno spazio nostro, una realtà creativa e professionale di tutto rispetto, niente più circo Togni, niente più Tim Burton, mai più video stile Ed Wood scarso, volevamo mostrare che insieme si può costruire uno spazio elegante, professionale ed altamente creativo senza scimmiottare l'idea ottocentesca del creativo alcolizzato.
L'ultima grande vendetta è stata l'alterazione del BIOS del mio PC portatile...uno dei pochi PC (chissà chi sarà stato) un disguido risolto in una mezzoretta di tempo, anche se la violazione della privacy è un fatto grave, purtroppo con gli Ufasmi non si può ragionare. Liberarsi di tanta fanafronaggine è stata una delle scelte più azzeccate della mia vita, mi auguro che il colpevole possa esplodere dalla disenteria Bohemien.

Great Pseudostudio

Io con Luca Usai, Sergio Gerasi, Gianfranco Florio, Stefania Fiorillo, Eliana Scozzaro ed Alessandro Mazzetti decidiamo di trasferirci in una nuova sede entro un mese. troviamo un bellissimo spazio in Porta Romana e decidiamo di prenderlo in cinque avvalorandoci di collaborazioni di tutto rilievo, insomma alla fine si aggiungono Maurizio Forte, Davide Barzi e Massimiliano Zazzi tutti uniti dall'idea iniziale di uno spazio propositivo che mostrasse la qualità del fumetto italiana che spesso viene apprezzata più all'estero che nel nostro paese, questo lo posso dire per esperienza diretta.
Lasciato il vecchio studio Navigli chiaramente poi arrivano alle orecchie tutto il non detto, voci che ci definivano meri operai senza creatività, banali, incapaci di convivere, esageratamente inquadrati sono venuti fuori anche termini come nazisti eh eh. Mi viene da ridere perché in questo paese di chiacchieroni esiste qualcuno che tira su le maniche e si da da fare, che non utilizza gratuitamente termini come artista con legerezza e che preferisce dimostrare di essere creativo che travestirsi fingendo di esserlo. La mediocrità per quanto truccata rimane tale.

Lo Pseudostudio è nato con grandi intenti, con la giusta umiltà, non quella proclamata ma quella che ci si pone quando si lavora seriamente, con grandi obbiettivi da raggiungere e con la volonta di collaborare con grandi realtà culturali di Milano come il WOW Museo del fumetto di Milano ed il Museo del Manifesto cinematografico, con cui sentiamo un profondo legame di intenti e volontà di divulgazione culturale.
Attraversiamo un periodo di forte crisi economica e culturale, lo Pseudostudio (nel suo piccolo), come il Wow ed il Museo del Manifesto Cinematografico (realtà ben più importanti) sono nati con l'intento di mantenere viva la grande tradizione della cultura milanese ed italiana, investendo di proprio energie e risorse in un periodo in cui molti preferiscono investire altrove.

Tutti i fatti narrati sono filtrati in parte da una creatività operaia come la mia ed in parte sono realmente accaduti, questo per rendere partecipi tutti coloro che hanno conosciuto o conosceranno lo Pseudostudio, quale forza di volontà occorre per formare ed iniziare una grande avventura come la nostra.

Il successo ottenuto all'inaugurazione potete vederlo in queste foto. Non sarò umile nel dirlo ma sono sempre stato persona sincera, questo successo ce lo siamo meritati.



















































Grazie a tutti coloro che hanno permesso la nascita dello PSEUDOSTUDIO e arrivederci presto!