martedì 30 novembre 2010

Ricominciamo da qui.

Viareggio, 16 Maggio 1915
Roma, 29 novembre 2010

giovedì 25 novembre 2010

Italia addio.


Più leggo alcuni commenti sul web e più capisco che per quest'Italia non c'è speranza.

In una condizione culturale e politica, come quella che stiamo vivendo, chi ha votato il nano si sarebbe dovuto incazzare più di me.
Invece con un grande tifo da stadio e contro ogni logica di interesse civile e sociale rispuntano i sostenitori.

Per quanto mi sforzi non ho tolleranza per questi esseri che giudico inutili per un paese civile.
Forse ha ragione un mio amico che dice di sperare in una dittatura, giusto per far capire a quest'italietta fatta di mediocrità che significa dipendere da un coso affamato di potere.

Patire povertà, ignoranza, degrado, sporcizia ed esserne felici non è accettabile nemmeno per un criceto.

E ora torno al lavoro, buona italietta a tutti.


Ps. Le persone intelligenti devono cominciare a farsi sentire altrimenti non c'è scampo.

giovedì 18 novembre 2010

Cari fumettisti si parla di ARTE, non di arte.




E' da tempo che mi ritrovo a trascurare il blog, ma si sa che più si va avanti e più si riduce il tempo libero.
Visto che Facebook mi permette la critica verso la politica e la vita italiana, dando vita ai miei sfoghi da cane pazzo, ho deciso di utilizzare il blog come spazio per esporre il mio lavoro e esprimere alcune mie riflessioni.
Nel mio precedente post ho espresso dubbi sull'incontro tra autori tenutosi a Lucca e sono stato tacciato di aver sputato veleno sul prossimo, si giudicano più i modi che i contenuti nella bella Italia (mi spiace che esporre le proprie idee sia sempre controproducente).
Oggi invece mi trovo a riflettere, visto alcuni commenti di quel post, sulla preparazione dei professionisti del mio ambiente lavorativo.
Ricordo al mio primo incontro pubblico, tenutosi a Bologna per l'Insonne, una persona si rivolse a Giuseppe Di Bernardo (creatore della serie) definendo i disegnatori artisti, a quel punto Giuseppe intervenne dicendo che i fumettisti sono artigiani non artisti.

Naturalmente il polemichino insito nella mia natura, mi fece intervenire per sottolineare che il fumetto poteva essere anche Arte.
In quel momento ero consapevole di cosa fosse l'Arte, visto che non cado da un Pero e visti i trascorsi accademici, ma non ero ancora a conoscenza di cosa fosse il mondo del fumetto, Giuseppe era sicuramente più preparato di me.

Nel momento in cui Di Bernardo definiva il fumetto artigianato ho avuto un sussulto, mi veniva in mente quando venivo tacciato di infantilismo perchè alla maggiore età leggevo l'Uomo Ragno o Dylan Dog, quindi la reazione era un sonoro "il fumetto artigianato...giammai!".
Scordavo però il contesto in cui avveniva quello scambio di parole, cioè una fiera del fumetto.

Cinque anni dopo mi ritrovo a dover definire io il fumetto come prodotto d'artigianato, non perchè non lo consideri un linguaggio che riesce a creare arte, ma perchè i suoi addetti ai lavori ignorano completamente cosa sia Arte.
Sicuramente è ignoranza, o forse una lacuna che dovrebbe essere immediatamente colmata con qualche testo di facile reperibilità, mi spiace per voi che non sapete ma l'Arte non è soggettiva.

Se tutto è ARTE, nulla è ARTE.

Vanno bene i vari blog e siti che anticipano o posticipano il proprio nome con Art, è un aspetto trandy e modaiolo del tutto legittimo che rientra in una politica promozionale, ma autodefinirsi artisti rasenta il ridicolo, perchè l'artista è un termine con cui la maggioranza della società stabilisce una valenza culturale ad un autore, quindi da non sottovalutare.

Le parole sono importanti!!!

Un'opera per essere considerata Arte deve possedere una valenza data dalla comunità e non da un numero ridotto di individui, quindi cari "artisti" rilassatevi ancora ne dovete mangiare di pagnotte.

Spesso mi chiedo com'è possibile che un disegnatore di fumetti non si interessi d'Arte, è come se uno sceneggiatore non leggesse libri.
Non parlo solo di Arte classica, bisogna andare oltre Michelangelo, Raffaello, Munch, Mucha, Klimt o Schiele, io parlo di Anselm Kiefer, Boltanski o tutto il movimento tedesco.
Come può un fumettista esimersi da fare una capatina alla Biennale di Venezia oppure dal visitare un museo d'arte moderna almeno una volta al mese.
Come si può sperare di fare Arte senza conoscere gli altri linguaggi visivi, il cinema, il teatro, la fotografia, non dico di essere un'enciclopedia vivente ma almeno dedicare un piccolo spazio anche al mondo fuori dal fumetto.

Appurato che non siamo Artisti, o almeno non tutti e così tanti, possiamo almeno definirci dei bravi artigiani?
Siamo professionisti?

Ci si vede alla prossima puntata!

mercoledì 3 novembre 2010

Dopo Lucca Comics


BLA BLA BLA BLA BLA BLA, questo è quello che posso criticare di Lucca Comics and Games più o meno come nelle edizioni precedenti.

Torno con la solita influenza ed è per questo motivo che scrivo ora.

La mia Lucca in realtà è stata l'Artists Alley, vissuta in compagnia di Marco Santucci e Alessandro Bocci con cui abbiamo fondato questa iniziativa.
Sono entusiasta di quest'esperienza, non avevo idea del riscontro che avrei ottenuto, in fondo il mio lavoro più importante è l'albo La Casa Di Faust di Dampyr, sapere invece che qualcuno si ricorda il mio nome associato al titolo dell'albo è un emozione indescrivibile, come sentire un appassionato lettore di Dampyr che sottovoce mi sussurra "sei tra i miei disegnatori preferiti" è qualcosa che di sicuro ripaga il lavoro fatto con passione.

Se dovessi riassumere l'esperienza Artists Alley con una parola direi confronto.
Il confronto con i lettori, che hanno dimostrato nel leggere i fumetti la stessa passione che noi mettiamo nel disegnarli.
Il confronto tra noi autori, quello scambio positivo che ti porta a superarti, quando un talento straordinario come Alessandro Bocci mi dice "preparati che ti ruberò qualcosa" fa comprendere che i veri talenti sono quelli che sono sempre pronti a mettersi in discussione e comunque sono sicuro che stava mentendo per gentilezza e che io ruberò molto più di lui.
Marco Santucci ormai lo chiamo la macchina, senza di lui Artists Alley non sarebbe esistito ha una capacità innata per l'organizzazione e una serietà professionale invidiabile.
Insomma ormai siamo partiti e non ci fermeremo tanto facilmente.

Io e Bocci
Attendo la foto in cui siamo tutti insieme Santucci compreso dall'anima pia che l'ha fatta, purtroppo io non ho fatto foto.

ORA LA...
...TAVOLA ROTONDA

Per vedere il VIDEO dell'incontro cliccate QUI

Una bella iniziativa quella organizzata da Claudio Stassi, ho involontariamente partecipato da buon sardo a testa bassa e fuori scaletta, con il mio solito impeto polemico.
Sono andato a questo incontro pieno di dubbi, mi sono seduto e ho ascoltato, premetto che sono arrivato dopo l'intervento di Luca Enoch.
Attendo, sento tanti, parecchi, troppi interventi che sono testimonianze individuali delle proprie esperienze professionali, ascolto problemi di vario genere dalla disposizione della propria opera nella libreria al favoritismo che si fa verso alcune uscite da chi edita Anteprima e Mega.
Sono li che fremo e mi chiedo se tutto l'incontro si è basato su delle questioni abbastanza personali, che non possono essere la causa dei problemi del fumetto.

Mi chiedo ma quando si parlerà della trasparenza dei dati di vendita? Quando arriva il problema della distribuzione in Italia? Quando si solleverà il problema dei contratti?

Attendo speranzoso e mi sorbisco la promozione di Pic Nic, di cui mi frega poco, per carità iniziativa interessante ma ho sottratto tempo al mio lavoro non di certo per sapere che si può fare Free Press, non è la soluzione ai problemi semmai un'iniziativa interessante.

Approfitto dell'intervento di un rappresentante dell'Afui che tocca il tasto dolente della distribuzione, in mezzo a tanti voli pindarici e discussioni sulla morale mi è sembrato un faro nella notte, sono convinto che se non si risolvono i problemi più importanti è inutile discutere di dove sistemano il mio fumetto, senza nulla togliere che possa essere un problema anche quello.

Pongo la questione dei dati di vendita, e Claudio interviene sull'assenza dei numeri di tiratura nei contratti italiani, sembra un argomento di poco rilievo ma vista la tendenza a lavorare con percentuale di vendita a questo punto occorre più trasparenza, in modo da comprendere se conviene o meno partecipare a questo tipo di pubblicazioni.
L'argomento viene interrotto da Angelo Nancetti (se non erro) che discute sul fatto che autori come Sergio Toppi hanno iniziato senza contratto e che in fondo sono diventati dei maestri di tutto rispetto evidenziando che non è un problema dei soli editori, in quel momento ho pensato che tutto il discorso fosse inconcludente, sono andato via stizzito e irritato trovando quello a cui avevo assistito un incontro troppo superficiale che non affrontava i veri problemi ma un facile qualunquismo.
In realtà avevo perso tutta la parte iniziale, riguardando il video mi sono ricreduto, Claudio ha aperto l'incontro fissando dei punti interessanti, di seguito si è discusso della paternità del diritto di sceneggiatori e disegnatori, discorsi sui contratti e via di seguito.
La prima parte della Tavola Rotonda è quel tipo di professionalità che cerco nel fumetto e che trovo raramente, quello che ho notato però è la carenza di dibattito.

Questo è un primo passo e mi attendo che nel prossimo incontro si dialoghi meno dal pulpito e più dalla sala, gradirei la presenza di editori, distributori e sindacato, perchè siamo sinceri senza tutte le parti i fumetti possiamo farli in ciclostile e distribuirli casa per casa.

Visto che Emanuela Lupacchino mi cita velatamente sul suo blog a mo di sfottò, riprendo il discorso che ho avuto con lei su FB che riguardava in parte il suo pensiero sul fumetto italiano e in parte per quello che ho visto sul video.
Non ho nessun pregiudizio su Emanuela, malgrado lei pensi il contrario, ma la capisco in questo ambiente ci si può attendere di tutto.

La sua esperienza negativa è quella che abbiamo vissuto un pò tutti in questo mestiere e non solo nel nostro. Emanuela ha vissuto la frustrazione di non riuscire a fare fumetti, di vivere con 3 euro nel conto e via di seguito,insomma discorsi che tanti conoscono bene.
Io sono tutto fuorchè agiato per cui non mi sorprendo facilmente.

Quello che mi ha contrariato e sentir dire da un ex ricercatrice che se le avessero detto prima che nel fumetto si stentava a campare non l'avrebbe fatto, si questo mi ha toccato delle corde, purtroppo quelle più stonate, io ho sempre ricevuto il consiglio di lasciar perdere, sarò stupido io ma ho continuato pur sapendo che sarei stato a rischio elemosina.

Robe da disegnatori (almeno i fumettisti di facebook si sentono a casa)

Quello che non trovo giusto è fare facile qualunquismo, generalizzare non aiuta e tutto l'intervento non sembra quello di una professionista ma quello di un esordiente un pò naif, questo atteggiamento crea delle false problematiche e un allontanamento dalle soluzioni.
In Italia c'è un problema di deregolamentazione, il fumetto ne è solo una piccola parte, tutto quello che dice Emanuela è vero e aggiungo che sempre lo sarà esisteranno persone scorrette e persone corrette a prescindere dai contratti e dalle regole.

Spesso mi chiedono perchè entro in queste discussioni, ed è per via del mio rispetto verso chi è determinato a raggiungere un traguardo.

Questo è il motivo perchè certe cose non le soporto.

Nel corso che tengo a bergamo ho un disegnatore Michele, l'avete visto sulle vignette del Maestro Yambu sa che il suo disegno avrà difficoltà ad essere pubblicato, l'umorismo in Italia non ha spazio, continua a disegnare malgrado questo, fa un altro lavoro che in questo periodo di crisi è sempre a rischio allo stesso tempo paga e frequenta il mio corso, ma non se la prende di certo con gli editori che non pubblicano umorismo, ma sta pensando ad una soluzione per trovare uno sbocco, forse stamperà una sua storia senza ricevere un compenso, pur di cominciare a far conoscere il suo lavoro, quello che vedo quando fa fumetti è che non pensa a contratti o a quanto lo pagheranno, ha solo quella luce negli occhi di chi ama questo linguaggio, tutto il resto arriverà poi, quando sarà un professionista (ci conto e lo spero tanto per lui).

Sono convinto che occorrano delle regole più certe nel fumetto ma anche professionisti seri, preparati e che sappiano cos'è la libera professione altrimenti saremo tutti considerati un pò naif.

Emanuela mi odierà di certo, ne abbiamo discusso su FB ma se poi mi ritrovo sul suo blog e persino sbeffeggiato...

IL BUON AMBU