lunedì 28 giugno 2010

C'è caldo e in troppi consumano ossigeno.


Sarà per il caldo estenuante, il lavoro o forse a causa dell' invecchiamento mi rendo conto che il tempo si riduce in modo esponenziale e non riesco più a scrivere il Blog con costanza.

Eppure ce ne sarebbero di argomenti di cui discutere, ma il problema è che nessuno ha voglia di ravanare nelle proprie feci e mi ritrovo solo ad ascoltare il mio eco.
Forse ho finalmente compreso, seppure in ritardo, che in italia (il minuscolo è voluto) c'è ben poco da dire senza sembrare un pazzo che urla ai mulini a vento.
I problemi italiani aumentano a dismisura, ogni giorno procediamo come gamberi verso il vuoto, non la fine come tutti potrebbero pensare, ma qualcosa di ben peggiore, il nulla, l'assoluto niente, il luogo dove non esiste vita.

Voi penserete che sono esagerato, in verità per vita non intendo nascere, riprodursi e morire, come ci viene richiesto da chi domina la nostra eldorado tecnologica, ma provare quei brividi e quella passione che differenziano l'essere umano da uno scarafaggio, senza offesa per gli scarafaggi che almeno socializzano meglio di noi.

E il Blog si ferma un pò, rallenta sono troppi gli argomenti di cui parlare e avvengono in tempi talmente stretti che per riuscire a descrivere la follia che mi circonda dovrei passare le mie giornate a scrivere, invece ho scelto di disegnare.
Il disegno è qualcosa che riempie le mie giornate facendomi pensare che fino a quando il mondo mi concederà questa possibilità fa meno schifo di quello che ci vogliono far credere e di come lo stanno trasformando.
Terminata la parte noiosa del discorso, purtroppo questo non è un Blog divertente come quello di uno sceneggiatore, vi informo che di calcio non mi frega una mazza e non sono abbastanza nerd da sognare rapporti sessuali con Jabba The Hutt per cui scrivo le mie beate cazzate della buonanotte.

A fine giornata mi capita di vagare sul web e mi ritrovo a leggere le classiche discussioni sul fumetto, polemichette da bar dello sport e come al solito sono quelle che stuzzicano la mia vena critica e un pò stupida.
Dovrei riassumere tutta la Bagarre e le varie posizioni sull'argomento ma ammetto che non ho letto proprio tutto, spesso l'80% delle volte mi sembrano discorsi gia vissuti durante il mio periodo scolastico li trovo abbastanza banali e scialbi.
Evitando di riassumere però cito volentieri il Blog di Diego Cajelli che fa una bella analisi dell'argomento e riesce a descrivere il tutto in maniera semplice e diretta, niente fronzoli, trovate tutto QUI.

Io vorrei dire la mia nel descrivere quali sono i problemi del fumetto.

Buona parte dei fumettisti giocano.

Per fumettisti intendo alcuni autori, editori e addetti al settore "critici" compresi.

Editori che non pagano, che non fanno contratti, che non rispettano gli accordi oppure che non esistono proprio.

Autori che non consegnano per tempo, che non mantengono la parola, che passano le giornate a scrivere idiozie su Facebook, che fingono conoscenze tecniche che non hanno e che usano più la mano che la testa.

Critici della porta accanto, liberi di enunciare recensioni e critiche pseudoprofessionali e due minuti dopo farsi scudo dell'amatorialità delle loro parole.

Poi ci sono i lettori da forum convinti che tutti i professionisti in realtà giochino quindi prendono parte alla giostra, dimenticandosi per un attimo che dietro le mani che disegnano e scrivono ci sono persone, e sfogano i loro gusti e pensieri nelle maniere più discutibili.

Il fumetto è considerato un media per bambini non per via della fascia di lettori ma sopratutto per come si comportano una buona parte dei suoi professionisti.

Io proporrei un obbligo di periodo lavorativo in un'Azienda qualsiasi, con orari di lavoro, con scadenze, compresi straordinari e cazziatoni per chiunque volesse intraprendere la professione di fumettista.

Forse avremo più autori che possano comprendere il valore del proprio lavoro e di quello altrui.


Ma non siete stufi della mediocrità?

Buonanotte a tutti.

Il Buon Ambu

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo.

Giuseppe Di Bernardo

Capitan Ambù ha detto...

Ne parleremo a Rimini ;-).

Deimos ha detto...

Era un po che non ti leggevo ma quando capita lo faccio sempre con piacere. Penso che le belle lucine colorate ormai siano più importanti delle persone che investono tempo e pazienza a fare un mestiere serie come il fumettista. Credo comunque che le persone dietro al fumetto italiano o internazionale che fanno gli "albetti disegnati" seriamente ci siano e siano tutte delle ottime persone...poi però basta un pirla per rovinare tutto.

Mi ricordo di qualche mese fa che origliando un discorso fra due giovani (avranno avuto 13 anni) dicevano: "ahh, sarebbe bello fare fumetti...stai li a farti qualche tavola e ti pagano pure bene". Ah ah ah...già, peccato che per qualche tavola vuol dire che stai li seduto tutto il giorno a rispettare delle scadenze. Ma, per farti un esempio, credo che la maggior parte delle persone considerino il disegnatore di fumetti come uno che impiega giusto qualche ora della sua vita per fare qualche tavola e guadagnarci bene. Mah...

Capitan Ambù ha detto...

Un pò di colpa la hanno anche alcuni autori, che atteggiandosi a neo Bohemien creano il mito del fumettista.
E dire che passiamo la maggior parte del nostro tempo tumulati a casa.

Claudia ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Capitan Ambù ha detto...

Non capisco il tuo appunto qui e non lo comprendo nemmeno su facebook e se lo scrivi su twitter o su myspace penso che non capirei comunque dove vuoi arrivare.

Una soluzione comunque l'ho data ed è quella che giudichi una provocazione, ma che penso sia l'amara verità, finchè non si affronta il fumetto come mestiere ci ritroveremo a giocare a fare i grandi senza esserlo.
I problemi non si risolvono da soli e non li risolvono gli altri, cominciamo a comportarci da professionisti almeno noi che facciamo questo mestiere e vedrai che il sistema si adatta.
Non rimprovero l'esordiente o chi fa autoproduzione, fanzine e altro rimprovero per primo chi si definisce professionista senza esserlo, chi si improvvisa editore, autore o critico senza averne le capacità.
Come pretendiamo professionalità e serietà in altri mestieri io la pretendo nel mio, reputo che ci debba essere una deontologia in tutti i mestieri.
Anche un medico è "solo" un medico e il panettiere è "solo" un panettiere.