Una bella iniziativa quella organizzata da
Claudio Stassi, ho involontariamente partecipato da buon sardo a testa bassa e fuori scaletta, con il mio solito impeto polemico.
Sono andato a questo incontro pieno di dubbi, mi sono seduto e ho ascoltato, premetto che sono arrivato dopo l'intervento di Luca Enoch.
Attendo, sento tanti, parecchi, troppi interventi che sono testimonianze individuali delle proprie esperienze professionali, ascolto problemi di vario genere dalla disposizione della propria opera nella libreria al favoritismo che si fa verso alcune uscite da chi edita Anteprima e Mega.
Sono li che fremo e mi chiedo se tutto l'incontro si è basato su delle questioni abbastanza personali, che non possono essere la causa dei problemi del fumetto.
Mi chiedo ma quando si parlerà della trasparenza dei dati di vendita? Quando arriva il problema della distribuzione in Italia? Quando si solleverà il problema dei contratti?
Attendo speranzoso e mi sorbisco la promozione di Pic Nic, di cui mi frega poco, per carità iniziativa interessante ma ho sottratto tempo al mio lavoro non di certo per sapere che si può fare Free Press, non è la soluzione ai problemi semmai un'iniziativa interessante.
Approfitto dell'intervento di un rappresentante dell'Afui che tocca il tasto dolente della distribuzione, in mezzo a tanti voli pindarici e discussioni sulla morale mi è sembrato un faro nella notte, sono convinto che se non si risolvono i problemi più importanti è inutile discutere di dove sistemano il mio fumetto, senza nulla togliere che possa essere un problema anche quello.
Pongo la questione dei dati di vendita, e Claudio interviene sull'assenza dei numeri di tiratura nei contratti italiani, sembra un argomento di poco rilievo ma vista la tendenza a lavorare con percentuale di vendita a questo punto occorre più trasparenza, in modo da comprendere se conviene o meno partecipare a questo tipo di pubblicazioni.
L'argomento viene interrotto da Angelo Nancetti (se non erro) che discute sul fatto che autori come Sergio Toppi hanno iniziato senza contratto e che in fondo sono diventati dei maestri di tutto rispetto evidenziando che non è un problema dei soli editori, in quel momento ho pensato che tutto il discorso fosse inconcludente, sono andato via stizzito e irritato trovando quello a cui avevo assistito un incontro troppo superficiale che non affrontava i veri problemi ma un facile qualunquismo.
In realtà avevo perso tutta la parte iniziale, riguardando il video mi sono ricreduto, Claudio ha aperto l'incontro fissando dei punti interessanti, di seguito si è discusso della paternità del diritto di sceneggiatori e disegnatori, discorsi sui contratti e via di seguito.
La prima parte della Tavola Rotonda è quel tipo di professionalità che cerco nel fumetto e che trovo raramente, quello che ho notato però è la carenza di dibattito.
Questo è un primo passo e mi attendo che nel prossimo incontro si dialoghi meno dal pulpito e più dalla sala, gradirei la presenza di editori, distributori e sindacato, perchè siamo sinceri senza tutte le parti i fumetti possiamo farli in ciclostile e distribuirli casa per casa.
Visto che Emanuela Lupacchino mi cita velatamente sul suo blog a mo di sfottò, riprendo il discorso che ho avuto con lei su FB che riguardava in parte il suo pensiero sul fumetto italiano e in parte per quello che ho visto sul video.
Non ho nessun pregiudizio su Emanuela, malgrado lei pensi il contrario, ma la capisco in questo ambiente ci si può attendere di tutto.
La sua esperienza negativa è quella che abbiamo vissuto un pò tutti in questo mestiere e non solo nel nostro. Emanuela ha vissuto la frustrazione di non riuscire a fare fumetti, di vivere con 3 euro nel conto e via di seguito,insomma discorsi che tanti conoscono bene.
Io sono tutto fuorchè agiato per cui non mi sorprendo facilmente.
Quello che mi ha contrariato e sentir dire da un ex ricercatrice che se le avessero detto prima che nel fumetto si stentava a campare non l'avrebbe fatto, si questo mi ha toccato delle corde, purtroppo quelle più stonate, io ho sempre ricevuto il consiglio di lasciar perdere, sarò stupido io ma ho continuato pur sapendo che sarei stato a rischio elemosina.
Robe da disegnatori (almeno i fumettisti di facebook si sentono a casa)
Quello che non trovo giusto è fare facile qualunquismo, generalizzare non aiuta e tutto l'intervento non sembra quello di una professionista ma quello di un esordiente un pò naif, questo atteggiamento crea delle false problematiche e un allontanamento dalle soluzioni.
In Italia c'è un problema di deregolamentazione, il fumetto ne è solo una piccola parte, tutto quello che dice Emanuela è vero e aggiungo che sempre lo sarà esisteranno persone scorrette e persone corrette a prescindere dai contratti e dalle regole.
Spesso mi chiedono perchè entro in queste discussioni, ed è per via del mio rispetto verso chi è determinato a raggiungere un traguardo.
Questo è il motivo perchè certe cose non le soporto.
Nel corso che tengo a bergamo ho un disegnatore Michele, l'avete visto sulle vignette del
Maestro Yambu sa che il suo disegno avrà difficoltà ad essere pubblicato, l'umorismo in Italia non ha spazio, continua a disegnare malgrado questo, fa un altro lavoro che in questo periodo di crisi è sempre a rischio allo stesso tempo paga e frequenta il mio corso, ma non se la prende di certo con gli editori che non pubblicano umorismo, ma sta pensando ad una soluzione per trovare uno sbocco, forse stamperà una sua storia senza ricevere un compenso, pur di cominciare a far conoscere il suo lavoro, quello che vedo quando fa fumetti è che non pensa a contratti o a quanto lo pagheranno, ha solo quella luce negli occhi di chi ama questo linguaggio, tutto il resto arriverà poi, quando sarà un professionista (ci conto e lo spero tanto per lui).
Sono convinto che occorrano delle regole più certe nel fumetto ma anche professionisti seri, preparati e che sappiano cos'è la libera professione altrimenti saremo tutti considerati un pò naif.
Emanuela mi odierà di certo, ne abbiamo discusso su FB ma se poi mi ritrovo sul suo blog e persino sbeffeggiato...
IL BUON AMBU