lunedì 18 febbraio 2008

Il tempo corre e noi lo seguiamo...ma a volte occorre fermarsi e pensare.

E' la seconda volta che mi trovo nelle condizioni favorevoli di complimentarmi con l'articolo di Michele Medda.
L'ultimo articolo "Un fragoroso silenzio" Michele Medda è un'osservazione attenta e realista del panorama lavorativo in generale, e del fumetto nello specifico, che in questo periodo si vive in Italia.
Il suo articolo è deciso, affronta i punti chiave di quello che sta diventando il fumetto in Italia, non gira attorno all'argomento anche la sua posizione professionale gli permetterebbe di non prendere a cuore certe tematiche come altri suoi colleghi.
L'intervento di Medda è quello che mi piacerebbe ascoltare in molti altri autori italiani che chiusi nelle loro case vivono la vita con la testa bassa, oppure di quelli convinti di essere delle soubrette che vivono di fans e di tourneè.
Michele Medda si rivolge ad autori giovani e meno giovani, mostrando le avvisaglie di una crisi di etica e professionalità nel mondo del fumetto, non parla come un "vecchio trombone" come qualcuno dice, ma a parere mio parla con l'amore che si ha per questo linguaggio, con la voglia di poter dire qualcosa per migliorare la realtà lavorativa, che in Italia è effettivamente assai poco professionale, dando un contributo di esperienza da stimato professionista.
Spesso mi è capitato di cercare nei discorsi degli autori che conosco questo atteggiamento critico e analitico nei confronti del fumetto, mi ritrovo invece a scontrarmi con un ambiente che ha ben poco del professionale.
Mi capita di osservare autori circondati dai loro "fans" che vanno in tourneè ma che non riescono a equilibrare il loro ego con le loro capacità, che sprecano più energie nella promozione che nella qualità del proprio lavoro.
Mi è capitato di vedere autori che invece di crescere professionalmente hanno dei terribili crolli qualitativi, e continuano malgrado tutto ad ottenere riscontri di pubblico solo perchè frequentatori di blog e forum.
E' assurdo che nel 2008 ci siano ancora gli autori fantasmi che lavorano all'ombra di autori affermati pressochè gratuitamente, consci del fatto che non avranno un roseo futuro professionale.
Io penso che Michele Medda non sia contrario ad un utilizzo della comunicazione mediatica, ma credo che pretenda un'etica del fumettista, la stessa che dovrebbe esistere per qualsiasi professione.
Fare fumetto è qualcosa che và oltre il bel disegno o la storia scritta bene, ci sono fumetti che lasciano impronte indelebili nella cultura e nella società, e come autori abbiamo l'obbligo morale di cercare modi nuovi per comunicare e per esprimere le nostre idee e i nostri pensieri, di dimostrare che il fumetto italiano può dire qualcosa di più della televisione e del cinema.
Il fumetto ha una libertà che altri media non hanno e invece di muoverci e cercare di curiosare all'interno del mezzo ci riempiamo la testa di aria fritta, convinti di essere qualcosa di più di semplici cantastorie, ci comportiamo da vip facciamo le star...forse perchè, per quanto ci ostiniamo a credere di essere diversi, siamo tutti delle veline in cerca della strada più breve per la notorietà.
E' inutile avere un atteggiamento da divi, sappiamo bene che il fumetto oggigiorno conta solo pochi lettori fortunatamente molto determinati, quindi abbiamo ben poco da fare i vip.
Sempre più nuovi freaks cavalcano le polemiche in cerca di attenzione per gridare al mondo la propria esistenza, si leggono articoli dedicati a fumetti che ancora non esistono di cui si programmano fantomatiche uscite da anni, questa è la realtà in cui viviamo e che sinceramente mi rifiuto di condividere.
Non esiste un confronto artistico tra autori di fumetti, se non tramite i pochi e sinceri amici, il resto sono solo faziose moine o terribili gelosie che lasciano il tempo che trovano, viviamo nell'egoismo di questo secolo e il vuoto dei nostri valori lo si può leggere tra le pagine dei tanti fumetti che ci capita di leggere.
Credo ancora in questo mezzo, non voglio fare elenchi. ma oggi esistono numerosi autori che apportano un grande contributo a questo linguaggio che deve cercare di rinnovarsi e crescere.
Come autori bisogna stare attenti a criticare pubblicamente il comportamento di Concina, perchè se un professionista come lui si è trovato nella situazione di dover reagire in questo modo significa che il valore della qualità e capacità professionale dell'autore sta venendo a mancare. Non siamo nessuno, non siamo ragazzini che giocano a fare i disegnini cerchiamo di comportarci da professionisti e comprendere che ciò che è accaduto a uno è un precedente per gli altri, e chi ha lavorato veramente nella vita lo sa che tutti sono importanti e nessuno è indispensabile.
Ad ogni strillone ne nasce uno nuovo e che fà la voce più grossa, sempre più spietato e più squalo che non ha bisogno di dimostrare le sue capacità perchè l'importante è mostrare un valore derivante dlla blatera e non dai i fatti.
Ho l'impressione che l'era del "parla il mio lavoro" stia entrando in crisi.
Per quanto mi riguarda non giudico mai i fumetti dagli autori che i fumetti li scrivono o li disegnano, spesso scordo anche i loro nomi, non me ne può fregare di meno del loro carattere e se sono egocentrici o modesti però devono dimostrare il loro valore con ciò che producono, perchè quello che io acquisto in edicola, fumetteria o libreria non è la faccia dell'autore più trandy ma è un fumetto che mi lascia qualcosa quando termino la lettura.
Se cerchiamo i bei faccini degli autori più in voga si possono organizzare riviste come "Cioè" però vedendo le foto sparse in giro forse è meglio se ricominciamo a fare autoritratti...


Inserisco alcune immagini di disegni di alcuni autori che fanno la storia della cultura del fumetto, autori che sono stati saccheggiati dai Big d'oltremare, proprio quelli che fanno le star nelle "convention di comics", penso che se non cominciamo a lavorare su noi stessi difficilmente riusciremo a raggiungere una tale potenza di linguaggio. A volte mi è stato chiesto a chi facevo riferimento per i miei lavori, e chi guardavo per sognare a fumetti...la risposta è in questi disegni, sono solo alcuni dei miei autori di riferimento e devo proprio a loro la mia passione e la mia volontà di ricercare senza fermarmi nuovi stimoli e nuove strade, conscio che in italia la cultura artistica si ferma al 500.


Grazie.


giovedì 7 febbraio 2008

Poco tempo e sempre di corsa ultimamente...

Allora salve a tutti, stavolta non faccio casini e non strepito contro il mondo ma mi autosponsorizzo.

Inizio col linkarvi una mia intervista per De Code a cura di Antonio Solinas:

La Ricerca del Me Stesso “Disegnato”: intervista a Fabiano Ambu

So che probabilmente non ve ne può fregare di meno ma se avete voglia di perdere tempo, e visto che siete entrati nel mio blog è evidente che ne avete, andate a dargli una lettura parlo un pò di tutto.

Poi faccio un anteprimina di "Maisha 2" sceneggiatura di Francesco Matteuzzi per l' Arcadia Edizioni di prossima uscita.



E infine sta giungendo a termine il mio lavoro su "Un Massacro Per Bene" sceneggiatura di Leonardo Valenti per la Becco Giallo Editore, quindi anteprimina anche di questo.



Ora torno a lavoro e a presto, spero, anche se tra poco inizierò il nuovo Nemrod e su quello il tempo è davvero troppo poco, ma farò del mio meglio.